Photo courtesy: Marko Jurkovic http://www.flickr.com/photos/creativeline/530074991/
E' la forza interiore che gli consente di utilizzare la propria
pace, gioia e amore condividendole con gli altri. Anziché essere influenzato
dalla negatività altrui, la sua positività è tale da influenzare gli altri.
Uno yogi sa come mantenere auto rispetto e dunque è in grado
di dare rispetto a chi lo circonda. Uno yogi ha l’abitudine di dare un
appuntamento a se stesso, ogni giorno, dedicando del tempo al silenzio.
Questo tempo ha proprio bisogno di questo, di rieducare la
propria coscienza.
Yogesh Sharda
Secoli
prima che si parlasse di inconscio, di psiche e di personalità gli antichi
saggi dello Yoga avevano già visto questo fenomeno e trovato le soluzioni per
porvi rimedio.
Patanjali, nei suoi Sutra, così definisce lo Yoga:
"Lo
Yoga è il processo di pulizia della mente subconscia, allora il Testimone si
siede nella sua vera forma e natura".
Lo
Yoga stesso, lontano da approcci settari o religiosi, viene definito come un
processo: un insieme di tecniche e modelli che, se applicate, conducono alla
liberazione dalle nostre compulsioni e dall’identificazione con la nostra
personalità.
Questi
movimenti non cesseranno di esistere, ma divenendone “testimoni” cesseremo di
esserne schiavi, quindi liberi di tornare ad identificarci con la nostra vera
natura, quindi l’Essenza, in un processo di totale autorealizzazione.
Maharishi Patanjali, autore degli
Yoga Sutra, fra i primi testi della millenaria tradizione Yoga. Rishikesh,India
Il
termine Yoga deriva dal verbo sanscrito 'yuj', da cui l'italiano 'giogo', Il giogo è quello
strumento che si utilizza per legare i cavalli all'aratro ed indurli ad
esercitare la loro possente forza in una sola direzione ed ottenere quindi di
arare il proprio campo.
Simbolicamente
il carro/aratro viene preso a simbolo della mente umana, che se ben guidata,
può arare il campo della conoscenza. La mente umana è condotta da cavalli forti
(le facoltà dei sensi, le facoltà mentali, le passioni ) che, se lasciati
liberi, se non 'aggiogati', disciplinati, disperdono le loro energie in tutte
le direzioni. Aggiogare i buoi al carro = aggiogare la personalità istintuale
presente nella natura umana, per riorientarli verso scopo e significati più
alti.
Ecco
che quindi che al termine yoga viene associato il significato di 'disciplina'.
Altro significato del verbo sanscrito
Yuj, oltre il più intrinseco "aggiogare” è legato al verbo unire o unione
in cui i fautori di questa disciplina si addestrano, in ambito psico-somatico,
ad aggiogare mente e corpo per ottenere una perfetta unità operanti a livelli
profondi.
Una terza
proposta interpretativa, si ravvisa nella parola "fusione" che per lo
Yoga rappresenta il livello coscienziale d'esperienza relativamente più
avanzato che, di solito, segue la completa realizzazione dell'unione
psico-fisica.
Cambia a questo punto la propria visione del
mondo. Le parole amico, nemico o indifferente vengono sostituite da favorevole,
sfavorevole o neutrale e, per conseguenza, si presenta nel praticante una più
evidente stabilità emotiva.
Le memorie,
soprattutto attraverso la pratica della meditazione, vengono anch'esse
riorganizzate e spogliate dall'aspetto emotivo.
L'individuo può così incamminarsi verso un quarto stadio
di realizzazione che lo porterà a cercare la gioia duratura e ciò che sta oltre
l'ordinario, ovvero il trascendente. Lungo la via potrebbe sperimentare la
suprema quiete, conoscere e riposare nella vera essenza del suo essere
attraverso una continua meditazione sul vero sé.
Non
è facile definire in modo esaustivo cosa è lo yoga a coloro che non praticano
questa disciplina. Questa disciplina può essere compresa praticandola
correttamente con un guida esperta.
Photo courtesy:Mark
Murray
http://www.flickr.com/photos/murdog36/4866486574/
Le
motivazioni per cui si comincia a praticare Yoga sono diverse e personali, ma
in ogni caso si ottiene un maggiore equilibrio fisico e mentale.
Infatti
secondo i princìpi dello Yoga il concetto di “salute” non coincide esattamente
con quella che è la salute fisica, ovvero l’assenza di malattie o disturbi, ma
coinvolge anche gli aspetti mentali e quindi psichici e spirituali
dell’individuo, comprendendone quindi anche gli atteggiamenti ed i
comportamenti sociali.
C’è
davvero la necessità di soffermarci un momento a riflettere, di dedicare un po’
di tempo e di energia a noi stessi ed alla nostra evoluzione psicofisica, per
riacquistare quella latente capacità di comprendere e di analizzare noi stessi,
evitando di rivolgere la nostra attenzione soltanto all’esterno ed agli aspetti
solo materiali della vita.
Quasi
tutti noi, anche senza accorgercene, presi come siamo dalla nostra frenetica
attività (di natura soprattutto mentale), trasciniamo la nostra esistenza senza
essere in sintonia con i nostri ritmi biologici ed ignorando quelli naturali.
Gli effetti di questo disequilibrio sono i malesseri, le
disfunzioni
neurovegetative, l’ansia, l’insicurezza,
le tensioni, che alla lunga possono provocare
anche incidenti e malattie insieme ad una diffusa e generale infelicità.
Sicuramente
esistono molte tecniche valide anche occidentali per combattere tutto ciò, ma
poche possono vantare la millenaria tradizione dello Yoga e la sua completezza
anche dal punto di vista spirituale.
Photo courtesy:Buonaventura’s & Carla’s http://www.flickr.com/photos/buonaventura42/4155171948/sizes/z/in/photostream
In questo senso si può dire
che lo Yoga non è una disciplina specificamente indiana, ma universale, in
quanto scienza tramandata per migliorare le condizioni di vita dell’uomo, per
procurargli salute, tranquillità e pace interiore a prescindere dalla sua razza
o dimensione culturale. Lo Yoga è un patrimonio universale dell’umanità
ed il fatto che i suoi antichissimi princìpi si siano tramandati in India
anziché altrove è un problema storico, ma del tutto ininfluente dal punto di
vista della validità di questa grande tradizione che appartiene a tutto il
genere umano.
Fonti:
www.rajayoganewsletter.com
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