sabato 29 ottobre 2011

INCONTRI KARMICI (PARTE II)


UN INCONTRO SCRITTO NEL DESTINO
L’incontro con un’anima amata è sempre predestinato. È scritto nel destino così come nelle stelle e non avviene mai per pura casualità. Ciò che è raro non è tanto l’incontro (come si potrebbe credere) quanto il riconoscimento reciproco e la capacità di vivere questa esperienza serenamente. Che cosa ci impedisce di riconoscerci? Noi stessi. Le nostre paure. E soprattutto ciò che di noi rifiutiamo. Ecco perché il viaggio alla ricerca dell’altro è soprattutto un viaggio alla ricerca di noi stessi, al recupero di quelle parti di noi meno amate che ci rendono difficile vivere pienamente una qualsiasi esperienza d’amore. Come dicono i coniugi Hendrix dal  libro “ Conscious loving”(“Amore consapevole”):

 “l’amore ha una forza potentissima. Se non sappiamo come usare questa forza, cadiamo facilmente vittima delle sue potentissime distorsioni dolorose. È la resistenza all’amore che causa problemi, non l’amore in sé. L’amore ha una luce fortissima e quando ci investe illumina anche le nostre parti oscure. Porta in superficie aspetti di noi che stiamo disperatamente cercando di tenere nascosti. Quando questi emergono nell’incontro e nel rapporto, spesso facciamo muro ed accusiamo l’altro e l’amore di essere causa dei nostri mali”.
Non c’è bisogno di credere al concetto di anime gemelle o compagne per lavorare su noi stessi: tutte le psicoterapie che aiutano l’individuo a relazionarsi con gli altri portano avanti gli identici concetti di accettazione amorevole di sé. Come sostiene la psicoterapia della Gestalt: “ Il paradosso del cambiamento è che per poter cambiare bisogna prima accettarsi per come si è”.
Se noi per primi rifiutiamo noi stessi, come possiamo pensare che gli altri ci accetteranno? In realtà, quei modi di essere (apparentemente) sbagliati stanno tentando di portare un equilibrio nella nostra vita; forse stanno lì per difenderci, o per renderci meno vulnerabili, o per farci funzionare bene nella società e, per quanto incredibile possa sembrare, stanno cercando di aiutarci.
Nel tentativo di colmare un nostro bisogno, vengono però attuate dinamiche che non sono quelle giuste e che spesso ci arrecano dolore o frustrazione impedendoci di dare e ricevere amore. Accettare quei modi di essere vuol dire, allora, porsi in ascolto di noi stessi ed entrare in contatto con il bisogno che ne è alla base. Ascoltandoci possiamo capire quale bisogno stiamo cercando di colmare e ci predisponiamo a trovare un modo nuovo per soddisfarlo. È importante allora ricordare che ogni atto d’ascolto è prima di tutto un atto d’amore. Soltanto imparando ad ascoltare noi stessi e a conoscerci possiamo veramente ascoltare l’altro e ri-conoscerlo. Ogni atto d’amore rivolto a noi stessi è un atto d’amore che facciamo all’altro. È qui che iniziamo ad incontrarlo prima ancora di averlo incontrato davvero.


                  Photo courtesy: London  Raquel    http://www.flickr.com/photos/rlurama/

L’INCONTRO IMPOSSIBILE


Non c’è dubbio: l’incontro con un’anima amata è sempre predestinato. L'anima, prima di incarnarsi, prevede il giorno e il luogo di tutti gli incontri importanti, ma lascia al proprio libero arbitrio come reagirà a quell'incontro e che cosa ne farà nella propria vita. E' questo il rapporto tra libero arbitrio e predestinazione.
 È scritto nel destino e non avviene mai per pura casualità. Ciò che è raro non è tanto l’incontro quanto il riconoscimento reciproco e la capacità di vivere questa esperienza serenamente. Che cosa ci impedisce di riconoscerci? Noi stessi. Le nostre paure. E soprattutto ciò che di noi rifiutiamo. Ecco perché il viaggio alla ricerca dell’altro è soprattutto un viaggio alla ricerca di noi stessi, al recupero di quelle parti di noi meno amate che ci rendono difficile vivere pienamente una qualsiasi esperienza d’amore.
Prendiamo in considerazione un tipo di sofferenza specifica: la sofferenza di chi ha un incontro d'amore fortissimo (quasi fatale), un contatto o in qualche modo sessuale o una breve relazione, e poi d'improvviso vede l'altro allontanarsi e rifiutare la relazione.
Questo tipo di incontro è sempre caratterizzato:
- da un iniziale forte impatto emotivo quasi istantaneo (le due persone hanno la sensazione di conoscersi da sempre): si può parlare di colpo di fulmine, o di amore a prima vista o di forte attrazione;
- da una forte reciprocità del sentire (non è mai uno solo che prova qualcosa)
- da una relazione: a volte sessuale, a volte quasi sessuale, altre volte solo emotiva
- da un brusco allontanamento dell'altro
- dalla disperazione (apparentemente senza motivo) di chi vede l'altro allontanarsi
- dalla non accettazione di chi vede l'altro allontanarsi ("se è quello che abbiamo vissuto era vero, perché sta finendo?")
- dai tentativi di riportare l'altro a sé
- dall'impossibilità di riportare l'altro a sé nelle modalità iniziali (l'altro forse è disposto ad accettare la nostra amicizia, ma si sottrae a una relazione d'amore o sessuale)
                 Photo courtsey: Felipe Daniel Ries/sxc.hu

Ma perché accadono incontri del genere e che significato hanno?
Naturalmente ogni generalizzazione è limitante, ma molto spesso (se non sempre) la lezione implicita in questi è quella del "lasciar andare".
Che cosa significa?
Come abbiamo detto l'anima, nel suo piano di vita, prevede gli incontri importanti. Sì, sono incontri "antichi" che ritornano e tanto più è forte il sentire iniziale, tanto più è certa l'origine antica della relazione. Si tratta sempre in questo caso di incontri karmici, intentendo per karmici incontri già avvenuti in una vita passata.
Ora il riconoscimento è quasi inevitabile: due anime si rincontrano dopo molto tempo, quasi sempre hanno già vissuto un sentimento d'amore reciproco (a volte è stato un amore vissuto altre volte un amore ostacolato) e ora provano un fortissimo sentimento immediato, quasi inspiegabile. In questa vita, però, qualcosa non funziona perfettamente: pur nel sentimento reciproco, l'altro fa marcia indietro, a un certo punto nega di aver mai sentito qualcosa di profondo, forse fugge; di certo, impedisce che la relazione abbia luogo.

Perché? 
Perché malgrado la predestinazione dell'incontro per entrambi, esiste un libero arbitrio e un programma di vita individuale. 
Io posso avere un incontro d'amore, ma sta al mio libero arbitrio, alla mia scelta del qui e ora viverlo oppure rifiutarlo. Ebbene, la sofferenza enorme di chi vede l'altro allontanarsi sta nella non-accettazione dell'altrui volere, nella non-accettazione del fatto che l'anima che un tempo abbiamo amato stia scegliendo in questa vita di non entrare in relazione con noi.

                    Photo courtsey: Bob Charlton Light collector    http://www.flickr.com/photos/whitebeard

Perchè l'anima si rifiuta?
Due sono (di solito) le possibilità:
1. l'anima dell'altro ha fatto un percorso di consapevolezza diversa durante le incarnazioni individuali e ora il suo modo d'amare non è in risonanza con il nostro. L'anima, infatti, entra in contatto con un'altra sempre per effetto di risonanza (secondo la legge della fisica quantistica per cui "il simile attrae il simile"): ora potrebbe essere che il vecchio sentimento faccia da calamita (è lo stesso), ma poiché il modo di amare attuale è diverso, pian piano l'effetto calamita scompare; 
oppure, l'effetto calamita è dato dalla nostra parte ombra, cioè da quella parte non ancora illuminata dall'amore che è molto simile a quella dell'altro. Anche in questo caso però l'effetto calamita presto scompare perché evidentemente uno dei due sta cercando (nella propria esistenza) di illuminare proprio quella parte ombra che gli impediva d'amare e ora sta facendo dei passi in avanti che lo stanno portando a un grado più alto di risonanza d'amore. Per dirla in due parole: una delle due anime sta imparando o ha imparato ad amare di più e la sua luce è troppo forte per essere sostenuta dalla parte in ombra dell'altro che non è ancora in grado di sostenere quel grado d'amore.
2.l'anima dell'altro ha fatto un programma di vita diverso per questa attuale incarnazione, in cui l'incontro con noi è previsto (vi è comunque una grande lezione), ma non prevede una relazione con noi

In entrambi i casi la lezione per noi è quella del lasciar andare: ovvero, lasciare che l'anima dell'altro vada dove più desidera, perché la lezione più grande d'amore è sempre quella di lasciare libero colui/colei che si ama. Tanto più cerchiamo di far restare l'altro al nostro fianco (anche al di là della sua propria volontà) tanto più il nostro amore è egoistico: il nostro amore non è rivolto all'altro, ma al nostro stesso ego, alla nostra soddisfazione e non a uno scambio profondo che ci alimenta.
La legge del lasciar andare non dice che lasciando andare l'altro, questi se ne andrà: dice piuttosto che "lasciando l'altro libero di andare, questi potrà scegliere che direzione prendere e nulla gli impedisce di tornare verso di noi con una consapevolezza diversa". Anche perché, a livello di anima, noi siamo sempre uniti.
Il trattenere l'altro è, però, un non-amore: è per questo che spesso l'anima che sceglie un percorso di consapevolezza d'amore prima o poi incappa in questa prova così dolorosa. Non solo. L'ostinarsi a volere un amore impossibile (o divenuto tale) crea una sofferenza fortissima: non è l'amore impossibile che crea sofferenza, ma il nostro restarvi attaccati.
                    Photo courtesy: Bigbrowneyez             http://www.flickr.com/photos/bigbrowneyez/


ANIME RIUNITE PER UN COMPITO D’AMORE

Cosa succede quando due anime si riuniscono e realizzano il proprio amore? La risposta è quasi sempre la stessa: finiscono molto spesso per condividere un “compito d’amore” proiettato al di là della propria individualità e che si espande su tutti gli esseri umani.
In altre parole, l’esperienza dell’amore totale che avviene tra due anime non è mai frutto del caso: prima di riconoscere l’altro, l’anima ha percorso un lungo cammino in cui si è riconosciuta, imparando ad amare se stessa; ha confrontato le proprie paure, le proprie debolezze e ha imparato ad accogliersi e a nutrirsi come una madre farebbe con il proprio bambino. In questo contatto di amore profondo con se stessa, l’anima ha aperto le porte a un tipo di amore condivisibile solo con chi ha raggiunto un’identica consapevolezza e un identico senso d’amore per sé e per gli altri. Se due anime sono in grado di fare esperienza l’una dell’altra è perché hanno lavorato individualmente e con la stessa intensità verso la conoscenza e la sperimentazione dell’amore: quando il loro amore si fonde, dà vita a un amore più grande che si manifesta intorno coinvolgendo il mondo circostante.
                 Photo courtesy: Shunkoba    http://www.flickr.com/photos/shunkoba/

Fonti: Ekidiluce