sabato 15 ottobre 2011

INCONTRI KARMICI (PARTE I)


Photo courtesy: Boston Bill    http://www.flickr.com/photos/8533266@N04

Nelle diverse vite noi incontriamo i nostri vecchi amici e nemici, quegli stessi con cui all’inizio dei tempi abbiamo deciso di condividere il nostro soggiorno sulla terra. Questi “compagni di viaggio” ci aiutano nell’evoluzione ed è attraverso  loro che abbiamo la possibilità di apprendere le lezioni più importanti.
La differenza tra anime gemelle e anime compagne è in realtà difficilissima da definire: alcune scuole di pensiero sostengono che queste ultime -al contrario delle anime gemelle- si ritrovino per svolgere determinati compiti terreni necessari all’evoluzione e che, a questo fine, si aiutino a vicenda. Le anime gemelle, invece, condividerebbero un ideale molto più metafisico e spirituale. Attendibili correnti spirituali  sostengono che l’anima non ha alcuna polarità femminile o maschile precostruita, poiché il mondo ultraterreno da cui proviene ha come suo principio l’unità indissolubile: la polarità femminile e maschile è frutto del piano terreno (il piano della dualità) e l’anima sceglie di immergersi in questo principio dualistico solo per fare esperienza sulla Terra. In realtà, l’anima conterrebbe in sé entrambi i principi, e scopo terreno di ciascun essere umano sarebbe quello di realizzare ciò che gli alchimisti chiamavano “matrimonio alchemico”: la perfetta fusione interiore del principio maschile e femminile. Non esisterebbe, allora, una perfetta anima gemella per ciascuno di noi, ma molteplici e amatissime anime compagne con cui procedere lungo il difficile cammino terreno e con le quali condividere gioie e dolori dell’essere umani.
Photo courtesy: Maxmaria    http://www.flickr.com/photos/maxmaria

AMORI CONTRASTATI
È luogo comune credere che l’incontro tra anime sia sempre caratterizzato da armonia immediata e da sensazioni celestiali. Nella realtà sembrerebbe non essere così. O, almeno, non sempre. E le ragioni sono diverse.
Per prima cosa, lo stato di confusione in cui viviamo ci impedisce di percepire sensazioni che hanno luogo a un livello sottilissimo: chi entra a contatto con un’anima (già) amata sente sempre nei suoi confronti un senso profondissimo e quasi commovente d’amore, ma raramente ne è cosciente.
Troppo preso da immagini e pensieri mentali un po’ più terra terra, il nostro io non riesce a sintonizzarsi su vibrazioni d’amore così pure: è come se chiedessimo al nostro orecchio di percepire una delicatissima musica nel mezzo di un frastuono da discoteca . Come potrebbe? E così, la sensazione c’è, ma viene perduta. Inoltre c’è un motivo più profondo: l’incontro tra anime presuppone sempre l’apprendimento di una grande lezione d’amore. E questo raramente avviene senza dolore, poiché il nostro vecchio io fa resistenza e non vuole imparare.
L’anima gemella (o compagna che sia) ha il primario compito di riportare noi a noi stessi attraverso prove e confronti che da tempo cerchiamo di evitare. Se si perde la strada, arrivare alla meta diventa più lungo e difficile: la nostra anima gemella è lì per indicarci il cammino, ma soprattutto per mostrarci dove abbiamo preso un sentiero sbagliato. Poiché l’anima sa (e sa sempre!), quando due anime amate si incontrano, entrambi hanno consapevolezza che il loro avvicinarsi porterà alla luce ferite nascoste e spesso dolorosissime che hanno bisogno di essere curate. Quindi, al contrario di quel che si pensa, la reazione dell’io potrebbe essere non solo quella di voler fuggire di fronte a una così grande prova, ma di fare resistenza anche per un lungo periodo dell’esistenza condivisa insieme.
Moltissimi e profondi amori tra anime sono contrastati e difficili: entrambi stanno re-imparando ad amare e questo, come spesso accade, implica la messa in discussione totale della propria vita e del proprio essere, anche a costo di sconvolgere totalmente l’apparente tranquillità finora vissuta. Quando però le due anime entrano in risonanza, l’amore e il rapporto che si sviluppa tra di loro è al di là delle parole: chi lo ha vissuto, sostiene di aver provato un senso di fusione e di amore così assoluti da non essere paragonabile a nulla di terreno.
Photo Coutesy: Denise Mayumi http://www.flickr.com/photos/denise_mayumi
LE RELAZIONI KARMICHE
C’è infine un’ultima tipologia di relazioni tra anime: quella che avviene tra anime che hanno un karma da bilanciare. Secondo la legge del karma, ogni azione “negativa” compiuta nei confronti di altri esseri umani ha bisogno di venire in qualche modo saldata in una vita successiva. Così, le anime che hanno un conto in sospeso, finiscono prima o poi per ritrovarsi insieme. In questo caso non si sono necessariamente accompagnate e amate anche in molte altre vite precedenti (a volte ne basta una sola): si ritrovano e tra di loro può nascere una storia d’amore che ha come fine il saldo di un antico debito. Questo tipo di relazione è molto comune e si riconosce perché, una volta conclusasi la storia, del sentimento originario non resta un granché.
Si tratta spesso di storie che apportano un certo grado di sofferenza, poiché il dolore inflitto da un’anima in un tempo lontano viene da questa subito nella vita attuale. Non si tratta di una punizione, come potrebbe sembrare, ma di una dura scuola di apprendimento: soltanto provando quello stesso dolore, l’anima prende coscienza di ciò che significhi soffrire e, quindi, di quanto crudele sia arrecare sofferenza. E questa, come ogni altra lezione, può essere appresa o rifiutata: le relazioni karmiche (come tutte le relazioni importanti) non ci insegnano qualcosa, ma ci danno semplicemente l’opportunità di apprendere. Sappiamo bene che la sofferenza può renderci più duri o più compassionevoli: come e se apprenderemo la lezione starà a noi. Se l’anima si rifiuta di imparare, verrà rimandata ad altro esame: ancora una volta, l’affrontarlo sarà inevitabile; il suo esito, invece, sarà nelle nostre mani.
Photo courtesy:   Margan Zajdowicz/ sxc.hu
Fonti:  Ekidiluce