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In questo periodo dell'anno molti esseri
umani soffrono di disturbi primaverili. Nel periodo dell’anno più importante
per tutto ciò che concerne il RISVEGLIO della natura molti lo vivono
terrorizzati. Perché?
La natura, nel suo espandersi, travolge
tutti gli esseri in un cambiamento repentino, e chi è più restio al cambiamento
si allergizza e risponde al cambiamento con un'infiammazione o un sintomo
specifico. Spesso nella nostra vita ci sono cose che non accettiamo, che facciamo
finta che ci piacciano tanto… Poi all'improvviso qualcosa ci toglie il respiro
o ci fa gocciolare il naso e malediciamo la primavera. Passiamo la vita a giustificare a noi stessi
delle situazioni in via di decomposizione, a cercare di fermare e controllare
il tempo, questo demone senza pietà, che inesorabile fa tornare la primavera e
la necessità del cambiamento.
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Photo coutesy: Informmedia www.flickr.com/photos/14694871,òNO5 |
L'impollinazione è, per la pianta, un distacco da sé,
un donare qualcosa di sé ad un altro essere, una sorta di abbandono a fondersi
con l'altro. Esprime la consapevolezza di una responsabilità nel piano.
Mentre noi in primavera ci ammaliamo: chi si deprime,
chi è metereopatico, chi ha le allergie; qualche sintomo di ribellione da
qualche parte deve uscire, anche attraverso problemi di pelle. Basta continuare
a starsene lontani... Il senso profondo è un po' questo: non sto bene, non
posso uscire, svestirmi, incontrare e fondermi in una sorta di impollinazione umana. Ma anche noi rientriamo
inevitabilmente nei ritmi della natura.
Perché non usare delle piante invece di chi prende
l'antidepressivo o l'ansiolitico? Esistono estratti che ci danno tono,
togliendo quella stanchezza profonda che il cambiamento produce:
l'Angelica
cinese (Angelica sinensis):
tonificante, immunomodulante e depurativa allo stesso tempo (da usare, però, con attenzione in
soggetti che usano anticoagulanti);
Eleuterococco
o ginseng siberiano (Eleutherococcus
senticosus): immunostimolante ed è in grado di agire sui
meccanismi fisiologici che determinano un innalzamento della resistenza
fisica allo stress;
Schisandra
(Schisandra chinensis),
pianta dalle origini cinesi: tonificante, ma con proprietà antinfiammatoria a
livello bronchiale. Alcuni studi la reputano un ottimo antidepressivo e
depurativo epatico;
Elicriso
(Helicrisum italicum),
pianta dall'origine mediterranea che è funzionale in caso di allergie di varia
natura e problematiche della pelle (psoriasi, dermatiti, etc.) contiene dei
flavonoidi, nello specifico la quercitina, che inibisce sia la liberazione sia
la produzione di istamina, molecola che provoca bronco costrizione;
Ribes
nigrum, da prendere anche insieme alle piante sopracitate, stimolando, in
maniera naturale, la corteccia surrenalica.
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Photo courtsey: www.flickr.com/photos/37025171@NO4 |
Ma se l'istamina o una simil-istamina
si generasse anche all'interno della cellula vegetale? Se in un momento di
stress, di paura, di necessità di fuga la pianta avesse davvero un rimedio
chimico al suo allarme? Se si autoguarisse dalla paura di incontrarsi e
fondersi? Se anche per la pianta l'altro può essere un potenziale pericolo
proprio come per noi? Se alcune piante si adattassero alla situazione nuova con
la produzione di determinati principi attivi?
E noi? Quale molecola possiamo tirare
fuori? Credo che il miglior antidoto ai disagi che la primavera ci mette
davanti sia il sentire cosa ci muove veramente verso l'altro e sentire se la
sua paura è anche la mia; nell'infiammazione io rifiuto ciò che ho davanti,
così come nella depressione.
Se la primavera è la stagione della
depurazione in senso lato, cominciamo dall'alleggerire il nostro fegato,
accettando, attraverso l'introspezione, quanto siamo arrabbiati con noi stessi
per non essere perfetti. In questo modo le paure si dissolvono, non ci si
deprime, perché non abbiamo più bisogno di nutrirci di solitudine, e ci si
muove nella propria imperfezione proprio come l'altro nel quale alla
fine ci si riconosce.
Tutto, sempre, ci rimanda ad uno sguardo
centripeto.