domenica 26 giugno 2011

CHERRY PIE

La CHERRY PIE nasce in Inghilterra nel XVII secolo, portata poi oltreoceano dai coloni inglesi. All’origine questa crostata aveva un forma rettangolare solo dopo è stata adottata la classica forma circolare.

Le ciliegie in Canada  sono tante e sono molto apprezzate per le loro proprietà antiossidanti e per il loro apporto vitaminico. La parte del sud della British Columbia ne produce l’80% mentre il sud dell’Ontario ne produce il restante 20% .
CHERRY PIE
Crostata alle ciliegie

Ingredienti:

Pasta brisè:
550 g farina
1 cucchiaino sale
250 g burro
30-40 ml acqua fredda

Ripieno:
700 g ciliegie snocciolate
1 cucchiaio succo di limone
35 g amido di mais
180 g zucchero
1 bustina vanillina
1 cucchiaio Kirsch
4 gocce estratto di mandorle
1 cucchiaio burro

Preparate la pasta brisè. Su una spianatoia setacciate la farina ed il sale. Aggiungete il burro a pezzetti e poi incorporatelo tritando il burro nella farina con il coltello oppure adoperando la mezzaluna, sino ad ottenere un impasto bricioloso. Ultimate questa operazione strofinando la farina ed il burro con le dita. Aggiungete l’acqua fredda tanto quanto basta per dare consistenza alla pasta.

Raccogliete la pasta in una palla, comprimendola con le mani. Avvolgetela con la pellicola trasparente e passatela in frigo per 15 minuti circa prima di stenderla.

Preparate il ripieno. Snocciolate le ciliegie. Utilizzate uno snocciola-olive che permette di lasciare le ciliegie intere e sistematele in una pentola. Aggiungete il succo di limone e cuocete a fiamma media per 15 minuti circa affinchè le ciliegie perderanno un po’ del loro succo.Togliete dalla fiamma e scolate le ciliegie (conservatene il succo, è una prelibatezza!).


In una terrina, mescolate lo zucchero, l'amido di mais e la vanillina. Mescolate e versate questo composto sulle ciliegie che avete precedentemente scolato.

Aggiungete il kirsch, l'estratto di mandorla, il burro e portate la pentola nuovamente sulla fiamma. Cuocete le ciliegie a fiamma bassa per circa 15 minuti, mescolando spesso ma  con estrema delicatezza per conservare l’ interezza delle ciliegie.

Quando il composto sarà denso, rimuovete dalla fiamma e lasciate raffreddare completamente.

Togliete la pasta briseè dal frigo. Stendete metà della pasta in uno disco dallo spessore di circa 3 mm. Adagiate la sfoglia sul fondo della teglia per crostate dal diametro di 23 cm.

Con la pasta rimanente fate delle strisce di circa 2 mm e sistematele in un reticolato su carta da forno. Terminato il reticolato, mettetelo in freezer per 5 minuti. (Con una consistenza più dura sarà più agevole poggiarlo poi sulla crostata.) Versate il ripieno sul fondo della crostata e coprite la farcia con tocchetti di burro. Con un pennello da cucina bagnate con acqua i bordi della sfoglia di base e poi coprite con il reticolato. Rifinite i bordi ed infornate sul piano più basso del forno a 175°. Dopo 20 minuti di cottura coprite i bordi della crostata con un foglio di alluminio (per non farli dorare troppo) e abbassate la temperatura a 170° per altri 40 minuti circa o affinchè il ripieno si sarà addensato.
A cottura ultimata rimuovete dal forno e fate raffreddare prima di servire. Questa crostata si può servire a fette con un po’ di  panna oppure, riscaldata, con una pallina di gelato alla vaniglia.


Kirsch è un termine tedesco per indicare l’acquavita delle ciliegie.

Servizio fotografico:Stefano Vensi

venerdì 24 giugno 2011

I SETTE SPECCHI ESSENI

Gli Esseni, antico popolo, chiamati anche Nazareni, da cui discende Gesù Cristo, ci hanno tramandato  I  SETTE SPECCHI dei rapporti umani che Gregg Braden definisce come una ”tecnologia interiore” da applicare alla propria vita. Tale applicazione implica un cambiamento delle emozioni ed il raggiungimento della serenità. La realtà intorno a noi  è ciò che siamo al presente. L’uomo, infatti, crea la propria realtà attraverso i suoi pensieri e le sue emozioni, per cui intervenire su quest’ultimi può cambiare la realtà intorno a sé.

Gli Esseni hanno definito il ruolo dei rapporti umani in 7 categorie corrispondenti ai vari tipi di rapporto che ogni individuo avrebbe sperimentato nel corso della propria vita di relazione.
Perché specchi? La nostra realtà interiore ci viene rispecchiata dalle azioni, dalle scelte e dal linguaggio di coloro che ci circondano.

1° SPECCHIO ESSENO riguarda la nostra presenza nel momento presente. L’immagine di sé di quel momento è rimandato a chi ci è vicino. Possiamo vedere i nostri modelli di comportamento in cui dominano la rabbia, la paura, la gioia, la felicità o altri atteggiamenti perché ciò che vediamo nel primo specchio è l’immagine di quello che siamo nel presente.

2° SPECCHIO ESSENO ha una qualità simile alla precedente, ma è un po’ più sottile; anziché riflettere ciò che siamo, ci rimanda ciò che giudichiamo nel presente. Se siamo circondati da persone, i cui modelli di comportamento ci scatenano per esempio, la rabbia, e quei modelli non sono nostri, allora ci mostrano ciò che noi giudichiamo. Non dimentichiamo che il giudizio esprime una propria carica emotiva e la carica è tale che  non siamo disposti a permettere che esista in altre persone. E quando abbiamo  una carica emotiva su qualcosa, la incontreremo nella vita.
Nel modello del giudizio, una persona di cui si è infastiditi diviene un maestro nel rispecchiare a se stessi le cose che giudichiamo.
E se avete un certo modello in un' area della vostra vita, esso rispunta anche altrove e, una volta che viene guarito e appianato, anche in una sola area, guarisce dappertutto, simultaneamente, perché la consapevolezza si riflette su livelli diversi.

3° SPECCHIO ESSENO è facile da riconoscere, perché è percepibile ogni volta che ci troviamo alla presenza di un’altra persona. Quando siamo in presenza di una persona che incarna proprio le cose che abbiamo perduto e che stiamo cercando, i nostri corpi esprimono una risposta fisiologica per cui nutriamo un’attrazione magnetica verso quella persona per poter ritrovare la nostra interezza. In sostanza, nell’attrazione per un’altra persona vediamo in quella persona ciò che abbiamo  perso o che ci è stato portato via. Quella sensazione di familiarità è data dal fatto che vediamo delle parti di noi stessi in coloro che incontriamo.
Pensiamo alle coppie che si formano da questa carica. Quando quest’ultima scompare, i due si rendono conto di non essere più innamorati. In realtà forse il loro amore è servito a guarire se stessi. Non sentono più quella carica emotiva che li aveva attratti per ciò che hanno visto nell'altro, e cominciano ad incarnare l'interezza di se stessi. Da quel momento in poi entrambi possono scegliere di continuare il rapporto sulla base di principi completamente diversi, basati sul fatto che ciascuno riesce semplicemente a godere della compagnia dell'altro.
La saggezza di questo specchio esseno, inoltre, ci chiede di ammettere la possibilità che rinunciamo a delle grosse parti di noi stessi per poter sopravvivere alle esperienze della vita. Queste “parti di noi” possono venire perse più o meno consapevolmente o portate via da coloro che esercitano un potere su di noi. Se vi trovate in presenza di qualcuno con cui, per qualche motivo inspiegabile, sentite l’esigenza di passare del tempo, ponetevi una domanda: che cosa ha questa persona che io ho perduto, ho ceduto, o mi è stato portato via?
                                                                                               
4° SPECCHIO ESSENO  ci permette di osservare noi stessi in stati di dipendenza o di compulsione, i quali spesso portano alla perdita delle cose a cui teniamo di più. Oltre alla dipendenza dall’alcol o alla nicotina esistono altri modelli di comportamenti più sottili, quali esercizio del controllo in ambito aziendale o familiare, la dipendenza dal sesso e dal possedere o dal generare denaro. Questi comportamenti non nascono improvvisamente ma si creano lentamente nel tempo e ci riorganizzano la vita. Tuttavia il tratto positivo di questo modello è che può essere riconosciuto ad ogni stadio, senza dover necessariamente arrivare agli estremi per poterlo guarire.

5° SPECCHIO ESSENO ci mostra l’interazione con i nostri genitori. Le azioni dei nostri genitori verso di noi riflettono le credenze e le aspettative che nutriamo nei confronti del rapporto sacro che intercorre fra noi, la nostra Madre e il nostro Padre Celeste. La relazione con i nostri genitori può quindi svelarci come concepiamo il nostro rapporto con il divino. È probabile che il modo in cui vedete o come descrivete i vostri genitori siano quelle che descrivono le aspettative che avete sul rapporto con la vostra Madre ed il Padre celeste. Per esempio, se ci sentiamo continuamente giudicati o se viviamo in una condizione per cui non è mai abbastanza, è probabile che il nostro rapporto con i genitori rifletta che siamo noi che, in virtù della percezione che abbiamo di noi stessi e del Creatore, crediamo di non essere all’altezza e che forse non abbiamo realizzato quello che da noi ci si aspettava.
Nel guarire il rapporto con i propri genitori saniamo la controparte divina e nel guarire il rapporto con il divino saniamo anche quello con i genitori terrestri.

6° SPECCHIO ESSENO veniva chiamato dagli antichi “l’oscura notte dell’anima” perché attraverso un’oscura notte dell’anima ci viene ricordato che la vita e la natura tendono ad equilibrarsi. Quando la vita è più dura, quando ci vengono imposte delle sfide più alte è perché noi stessi ci siamo creati quelle situazioni solo dopo aver accumulato gli strumenti necessari  per superarle. Fino a quando non abbiamo fatto nostri quei strumenti, non ci troveremo mai nelle situazioni che ci chiedono di dimostrare determinati livelli di abilità. Da questa prospettiva, quindi, le sfide più alte della vita, (rapporti umani, sopravvivenza) possono essere concepite come grandi opportunità per saggiare le nostre abilità, anziché come dei test da superare o fallire.
È proprio attraverso questo specchio che vediamo noi stessi nudi, senza tutte le architetture che ci siamo creati per proteggerci. Ci viene offerta un’opportunità rispetto alla quale non abbiamo nessun punto di riferimento, nessuno a cui chiedere o da cui andare. Non avendo mai avuto prima quella data esperienza, tutto ciò su cui possiamo contare è noi stessi ed è a quel punto che ci viene chiesto di rivolgerci verso i livelli più profondi del nostro essere. Mentre ci arrampichiamo fuori dall’abisso di ciò che abbiamo perso percepiamo noi stessi in una nuova luce.
7° SPECCHIO ESSENO invita a ricercare la perfezione nell’imperfezione della vita. E' lo specchio che ci chiede di ammettere che ciascuna esperienza di vita, a prescindere dai suoi risultati, è di per sé perfetta e naturale. Ci esorta a vedere quanto ogni aspetto della nostra vita personale (dalla forma e peso del nostro corpo ai nostri risultati nell'ambito accademico, aziendale, ecc.) sia perfetta così come è.
Siamo inoltre invitati a guardare i nostri successi nella vita senza paragonarli a riferimenti o metri esterni. Il solo punto di riferimento per i risultati che raggiungiamo è noi stessi.

Questi sette specchi esseni sono potenti. I rapporti umani acquistano un forte interesse evolutivo perché noi stabiliamo rapporti con altri proprio per creare pensieri, sentimenti ed emozioni che ci permettano di conoscere se stessi e i rapporti con gli altri. E quando riusciamo a sanare questi rapporti noi ne incarniamo i benefici, irradiando una frequenza benefica nelle vita.

tratto da    “Walking Between the Worlds” di Gregg Braden
                 http://creativiculturali.wordpress.com
                 http://viveremeglio.org





domenica 19 giugno 2011

VANILLA- CHOCOLATE ICE CREAM CAKE

Auguri a tutti i papà!

In Canada oggi, la terza domenica del mese di giugno, si festeggia la Festa del Papà. I figli regalano doni al proprio padre per dimostrare la loro gratitudine.
Simbolo di questa festa è la rosa rossa, mentre è bianca se il padre non c’è più. Tradizione vuole che tutta la famiglia ceni fuori per festeggiare il Father’s Day.

Per omaggiare tutti i padri propongo una torta molto popolare in Canada che si gusta nei compleanni o nelle varie festività: la VANILLA-CHOCOLATE ICE CREAM CAKE, una torta al cioccolato farcita con gelato alla crema. Gustosissima in questa stagione, che equilibra il sapore caldo del cioccolato e quello fresco del gelato.

Le prime torte al gelato apparvero negli anni ’20 per via dell’introduzione dei primi frigoriferi nelle case.
VANILLA-CHOCOLATE ICE CREAM CAKE
Torta al cioccolato farcita con gelato alla crema

Ingredienti:
325 g farina
70 g amido di mais
1 cucchiaino bicarbonato di sodio
2 ½ cucchiai lievito per dolci in polvere
1 bustina vanillina
¼ cucchiaino cannella in polvere
½ cucchiaino sale
120 g fondente
135 g cacao dolce in polvere
250 ml caffè da moka
2 cucchiai caffè solubile
125 g latticello*
150 g burro
240 g zucchero
3 uova grandi

Farcitura:
800 g gelato alla crema

Copertura:
400 ml panna da montare
80 g zucchero a velo
colorante alimentare

In una terrina setacciate la farina, l'amido di mais, il bicarbonato di sodio, il sale, il lievito e le spezie. Mescolate e mettete da parte.

Nel caffè da moka dissolvete 2 cucchiai di caffè solubile e poi a bagnomaria, scioglietevi il fondente ed il cacao. Mescolate affinché il composto sarà liscio e senza grumi. Togliete dalla fiamma e aggiungete il buttermilk.
Per ottenere il latticello, inacidite 120 ml di latte fresco scremato con 1 cucchiaino di aceto bianco o con 1cucchiaio di succo di limone. Mescolate e lasciate riposare a temperatura ambiente per 15 minuti. Mescolate nuovamente prima dell'utilizzo. 

Mescolate il composto con la frusta da cucina sino ad ottenere una crema e lasciate raffreddare.

In un’altra ciotola montate il burro a crema finché sarà cremoso. Poi, gradatamente, aggiungete lo zucchero. Unite le uova, una alla volta, avendo cura di amalgamare bene. Incorporate la farina, l'amido di mais, il bicarbonato di sodio, il sale, il lievito e le spezie, precedentemente setacciati, alternandoli con il composto di cioccolato. Iniziate e terminate con gli ingredienti asciutti.

Per facilitare l’estrazione della torta dalla teglia, foderate, con carta da forno, il fondo di due tortiere dal diametro di 22 cm. Distribuite l’impasto tra le due tortiere per 2/3 della loro capienza e mettetele  in forno preriscaldato a 180°. Dopo 30 minuti abbassate la temperatura a 150° e cuocete per altri 15 minuti o affinché, inserito uno stuzzicadenti al centro delle torte, uscirà pulito. Togliete le  torte dal forno e lasciatele raffreddare. Poi sformatele e rimuovete la carta da forno dalle torte. Avvolgete la singola torta con pellicola trasparente e mettete in frigo per almeno un’ora.

Preparate la farcia. Scongelate leggermente il gelato per renderlo “spalmabile”. Rivestite una tortiera (di uguale diametro delle torte) con la pellicola trasparente. Versateci il gelato e distribuitelo omogeneamente. Coprite con la pellicola e rimettete nel freezer per circa due ore.
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Preparate la copertura. Montate la panna. Aggiungete lo zucchero a velo e montate finché sarà consistente. Unite il colorante alimentare sino ad ottenere lo stesso colore del gelato che avete adoperato per farcire la torta.

Sistemate una delle torte sul piatto di portata con la parte superiore rivolta in basso. Togliete la pellicola dal gelato e sistemato il disco di gelato sulla torta, premendo leggermente. Coprite con l’altra torta con la parte superiore rivolta verso l’alto.
Spalmate uno strato sottile della panna che avete montato su tutta la superficie della torta e portate il dolce in freezer. Questo permette di avere una “base” su cui decorare  evitando di raccogliere le molliche della torta.
Quando la base si è indurita decorate la torta con la restante panna. Mettete la torta nel freezer per almeno 2 ore.

Prima di servire questa squisitezza, lasciate la torta  a temperatura ambiente  per 15 minuti prima di servirla.


potete fare il “buttermilk” (latticello") in casa: veloce e facile (visionate barra menù “Ingredienti produrli e sostituirli” alla homepage)

Servizio fotografico:Stefano Vensi

lunedì 13 giugno 2011

BLUEBERRY MUFFINS

Si dice che i muffins siano stati introdotti nella cultura italiana dal film “Via col Vento” quando Mammy ne porge un vassoio a Rosella dicendo che, alle feste, le signorine di buona famiglia devono mangiare come un uccellino per cui, prima di uscire, la invita a mangiare uno dei suoi muffins.
Originariamente questi piccoli dolci erano esclusivamente consumati dalla servitù dell’alta società dell’Inghilterra Vittoriana. Il fornaio di famiglia utilizzava il pane rimasto del giorno prima ed i ritagli dell’impasto dei biscotti, mescolandoli con patate schiacciate, creò i primi muffins. Quando i padroni di casa conobbero questi dolcetti, divennero i preferit all’ora de tè di tutte le classi sociali.

In tempi recenti i muffins sono diventati un must nelle colazioni anglosassoni. Perfetti per un brunch o come un piccolo cadeaux da lasciare sulla scrivania dei colleghi per augurare una buona giornata………..…buon lunedì!
BLUEBERRY MUFFINS
Muffins ai mirtilli

Ingredienti: per  14 muffins
320 g farina bianca
1 bustina lievito in polvere per dolci
un pizzico di sale
130 g zucchero
200 ml  latticello*
2 uova
100 ml olio di girasole
250 g  frutti di bosco freschi o surgelati
zucchero a granella per guarnire


Scongelate i frutti di bosco se preferite usare quelli congelati. 

In una ciotola setacciate la farina con il lievito, il sale e lo zucchero; mescolate e mettete da parte. In un’altra ciotola sbattete leggermente le uova e, sempre mescolando, aggiungete il latticello. Poi unitevi l'olio di girasole e mescolate bene.


Aggiungete gi ingredienti asciutti precedentemente setacciati. Amalgamate poco l'impasto che dovrà risultare grumoso.

In una terrina mescolate i frutti di bosco con 2 cucchiai di farina ed incorporateli delicatamente nell'impasto, senza agitarli troppo.

Distribuite l'impasto nella teglia da muffin, leggermente unta, oppure negli appositi stampini per ¾  della loro capacità. Cuocete in forno a 170°  per 20 –25 minuti o affinchè risulteranno dorati in superficie.

Al termine della cottura, aprite il forno e lasciate riposare i muffin per altri 5 minuti. Sfornateli e dopo 5 minuti rimuoveteli dagli stampini. 

Disponete i muffins su una gratella a raffreddare completamente.



Nella preparazione dei muffins non bisogna mescolare troppo. L'"overmixing" aumenta il glutine della farina e rende i muffins duri e compatti. Il composto deve risultare granuloso, anche con qualche traccia di farina. La regola consiglia 12 giri di spatola, giusto per amalgamare leggermente tutti gli ingredienti. Si versa subito negli appositi stampini e si passa immediatamente in forno.

potete fare il “buttermilk” (latticello") in casa: veloce e facile (visionate barra menù “Ingredienti produrli e sostituirli” alla homepage)

Servizio fotografico: Stefano Vensi

venerdì 3 giugno 2011

LEMON CUPCAKES

Ecco un omaggio alla Toscana dei girasoli, coltura rappresentativa di questa regione italiana. Questo fiore però proviene dall’America del Nord, dove veniva coltivato dai nativi americani. La coltura dei girasoli è ancora oggi molto diffusa. In Canada troviamo colture di girasole concentrate nella “ Manitoba Sunflower Belt”, una fascia della zona del sud della provincia di Manitoba. I Canadesi li chiamano anche “Black-eyed Susans”.

Le  LEMON CUPCAKES che vi propongo oggi sono un’esplosione fresca di limone e di …allegria.
LEMON CUPCAKES
minitorte al limone

Ingredienti: per 16 cupcakes
100 g burro a temperatura ambiente
250 g zucchero
1 bustina vanillina
2 uova
80 ml latte
300 g farina
2 ½  cucchiaini lievito in polvere per dolci
½ cucchiaino sale
100 ml succo di limone ( 4 limoni)
1 cucchiaio scorza grattugiata di limone

Copertura al limone:
460 g  zucchero a velo vanigliato
un pizzico di sale
230 g burro a temperatura ambiente
2 cucchiai scorza grattugiata di arancia (4 arance)
1 cucchiaio succo di limone
2 cucchiaini di colorante alimentare giallo (optional)

In una terrina montate il burro a crema e gradatamente incorporate lo zucchero mescolando energeticamente. Se usate uno sbattitore elettrico montate burro e zucchero per 10 minuti.

Aggiungetevi la vanillina e poi le uova, uno alla volta, avendo cura di mescolare molto bene. Unite la scorza grattugiata di limone ed amalgamate sino ad ottenere una crema. Continuando a mescolare versate il latte. Poi incorporate la farina, il sale ed il lievito, precedentemente setacciati, alternandoli al succo di limone. Terminate con la farina.

Quando l'impasto risulterà omogeneo,versate a cucchiaiate nei pirottini di carta, posti negli incavi dello stampo per muffin oppure versate il composto negli appositi stampini d'alluminio per muffin per ¾ della loro capacità.

Infornate a 180°. Dopo 15 minuti abbassate la fiamma a 150° e cuocete per altri 10 minuti o finchè, infilato uno stuzzicadenti al centro ne uscirà asciutto.

Rimuovete le cupcakes dal forno e lasciate raffreddare su una gratella prima di decorarle.

Per la decorazione, montate il burro a crema e gradatamente aggiungetevi lo zucchero, il sale, la scorza grattugiata di limone.

Mescolate energeticamente; quindi incorporate il succo del limone.

Continuate a mescolare fino ad ottenere una crema leggera e consistente. Infine unite il colorante alimentare e amalgamate bene.

Adoperate una tasca da pasticceria per la decorazione oppure spalmate la superficie dei cupcakes con una spatola.


Servizio fotografico: Stefano Vensi